
Prodotto prima da Monsanto e ora dalla multinazionale tedesca Bayer, questo pesticida, che è tra i più utilizzati in agricoltura nel mondo, negli ultimi anni è stato al centro di un vivace dibattito scientifico internazionale. Definito probabilmente cancerogeno per l’uomo nel 2015 dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) è stato poi assolto con prudenza da Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare).
Detrattori e sostenitori da anni combattono con studi scientifici pro e contro. Sembra però strano che questo potente erbicida sia totalmente innocuo se nel 2019: «Bayer è stata condannata da una giuria della California del Nord a pagare più di 2 miliardi di dollari a una coppia che afferma di aver ricevuto una diagnosi di cancro dopo aver utilizzato per anni l’erbicida a base di glifosato Roundup*, prodotto dalla Monsanto, azienda che Bayer ha acquisito l’anno scorso per 63 miliardi di dollari» (Fonte adnkronos, leggi l’articolo).
Un punto sul quale la comunità scientifica sembra d’accordo è che ci vogliano comunque anni di studio e di test per avvalorare una tesi piuttosto che un’altra. Nel frattempo, perché continuare a nutrirsi con ortaggi e frutta che crescono in campi dove i pesticidi vengono sparsi abbondantemente per evitare la crescita di erbe infestanti o eliminare i parassiti? Certamente è un sistema più efficiente, che consente di massimizzare i risultati e garantire la produzione agricola. Ma i costi sulla salute sono ancora da stabilire.
E allora, nel dubbio, meglio scegliere un prodotto che arrivi da una filiera controllata dove non sono utilizzati i pesticidi e la lotta contro parassiti ed erbe infestanti viene fatta senza il ricorso alla chimica. Di sicuro male non farà.